Gae Avitabile: storia di un viaggio attraverso i miei occhi

Gae Avitabile: storia di un viaggio attraverso i miei occhi

Geografie di territori

Grandiose stratificazioni storiche, isolamenti geografici, ricchezze inaspettate. Le persone e la loro contagiosa creatività. La reggia barocca e un poco più distante i paesaggi naturali dell’entroterra e il profumo del mare. Architetto votato al design, dopo una lunga esperienza in Francia che lo ha portato a collaborare con Jacques Ripault e Christophe Pillet, Gae Avitabile torna a Caserta, eleggendo il territorio campano a luogo di residenza e di ispirazione del proprio lavoro.

Qui, lontano dalle rotte ufficiali del design, è membro del comitato scientifico della Reggia di Caserta e conduce il mestiere di architetto sia in maniera indipendente, sia a supporto di studi internazionali. Oltre a questi aspetti, Gae Avitabile ricerca una strada indipendente nella progettazione di design e nella sperimentazione di nuovi materiali, attività che nascono sempre da un’attenta mappatura delle risorse e delle competenze artigianali locali.

“L’esperienza a Parigi mi ha permesso di capire che si può realizzare tutto quello che si pensa, cambiando continuamente scala, interpretando in modo ogni volta differente un progetto, anche simile.” - Racconta il designer - “Tornato in Italia, ho cercato di applicare questa metodologia ad un contesto completamente diverso: è stato un processo, non scontato, che mi ha permesso di trovare la mia chiave progettuale”.

Progettualità sperimentale

Il primo passo è un cambiamento radicale di visione a partire dal dato geografico, il Sud Italia, ad implicare una prospettiva differente non solo sul design, ma anche sul modo stesso di fare design. All’inizio l’attenzione di Gae si focalizza su legno e ferro. Per quanto i materiali siano tradizionali, scopre ben presto che il risultato non sarebbe stato così immediato: il progetto si evolve e si adatta in base alle competenze e agli strumenti a disposizione delle maestranze locali, cercando di capire ogni volta quale sia il punto massimo cui si può giungere. Tutto è inserito in un processo dove idea e realtà si adeguano reciprocamente, in cui l’esito finale non può che essere inedito, sperimentale.

“Non è scontato realizzare prodotti con un senso di artigianalità, collaborando con persone che non hanno mai fatto design. A volte il progetto si adegua al materiale, altre volte alle competenze e al limite dell’artigiano. Non è poi questa la sperimentazione? Un aspetto che nella progettazione contemporanea si sta perdendo.”

Progetti e materiali
Con questo approccio estremamente empirico, il designer ha allargato il proprio interesse ad altri supporti materici: pietre, marmo, quarzite, fino allo studio di neomateriali a partire dalla plastica riciclata. Il desiderio di realizzare oggetti d’uso quotidiano con materie seconde sperimentali è infatti un punto cardine della sua filosofia progettuale, nato dalla volontà di superare la contraddizione implicita nell’utilizzare una sola volta un materiale che ha le caratteristiche per durare a lungo, come spesso accade con il packaging alimentare.

Neomateriali locali
Da queste riflessioni emergono la sedia Anoa e il progetto Quaderna 2.0. La prima nasce dall’idea di trasformare un prodotto monouso –  i contenitori per il trasporto della mozzarella di bufala, realizzati in polistirolo espanso – in un nuovo oggetto destinato a perdurare nel tempo: una sedia composta da un neomateriale, messo a punto dall’azienda AirPol, derivante dal riciclo dello stesso polistirolo tramite tecnologia ETE e successivamente steso in piani e termoforato. Il secondo nasce invece dalla collaborazione del designer con SOLIDO, start up locale che ha creato un mix di cemento e frammenti di film di plastica riciclata proveniente dalle cassette dei mercati ortofrutticoli campani. Il materiale ricavato, estremamente resistente, viene poi spruzzato su una maglia metallica quadrettata, trasformandosi in un omaggio contemporaneo a Quaderna, il progetto-concept di Superstudio per Zanotta.

Ispirazioni quotidiane
A volte l’idea dei prodotti è suggerita dal materiale, altre volte da rimandi quotidiani e saperi artigianali tramandati nella sua regione, come rispettivamente nel caso della libreria Totem e del separé toeletta Angel. Totem è una libreria delineata da continui cambi di prospettiva, una sperimentazione formale che attraverso l’accostamento di semplici elementi in legno tulipier e paglia di Vienna imprime una visione inaspettata ad un oggetto del nostro quotidiano, interpretato come una carismatica presenza che occupa lo spazio domestico. Angel nasce invece dall’incontro con la raffinatissima seta di Annamaria Alois, uno dei setifici storici di San Leucio, in provincia di Caserta: il tessuto, riccamente decorato, trova per contrapposizione la propria cornice ideale in un oggetto minimale ed elegante, un angelo etereo e delicato che protegge con le sue ali il rito privato della cura di sé.

Ciò che accomuna la produzione di Gae Avitabile è un modo di progettare relazionale, in grado di mettere in comunicazione la grande e la piccola scala proprio perché nasce dall’attenzione al contesto – locale, ma non solo – e alle sue dinamiche: non crea risposte certe, quanto processi aperti in cui i significati si stratificano negli oggetti stessi.

 “Una volta il titolare di un’azienda mi disse che i miei prodotti hanno una forte componente poetica: oltre al complimento in sé, registrai un tratto che già riconoscevo del mio lavoro, ma che non avevo mai focalizzato in modo così esplicito. In ogni caso, la persona terminò dicendomi che non mi avrebbe prodotto nulla” racconta oggi il designer, con un sorriso.

Presente alle ultime edizioni di Edit Napoli dove ha esposto gli esiti della propria ricerca dedicata ai neomateriali, nel frattempo Gae Avitabile ha sviluppato una propria linea furniture disponibile su Artemest, PalermoUno e presente nello spazio di Galleria Mia a Roma. La prossima Milano Design Week siglerà invece ufficialmente la collaborazione del designer con Forma&Cemento, brand che rispecchia a pieno la sua ricerca sperimentale e stilistica.

Gae’s choices:

Un Libro / Kafka sulla spiaggia, Murakami

Una mostra / Anish Kapoor: Leviathan at Grand Palais, Paris

Una spiaggia / La spiaggia di Enea a Gaeta

Un Ristornate / Pepe in grani – Caiazzo (CE)

Progetti

Metamorfosi di un contenitore monouso

Nome: Anoa

Materiale: neomateriale ricavato dal riciclo post-consumo di polistirene espanso (EPS) unito ad altri scarti industriali e plastici

La parola plastica deriva dal latino plastĭca e dal greco plastik ovvero l’arte e la tecni­ca di plasmare, cioè di lavorare e manipolare una sostanza modellabile allo scopo di darle una determinata forma. Non riutilizzare la plastica è come non sfruttare una delle sue caratteristiche intrinse­che.

Quaderna di Superstudio, un omaggio contemporaneo

Nome: Quaderna 2.0

Materiale: mix spruzzabile di cemento e frammenti di film di plastica riciclata

I mercati ortofrutticoli sono una filiera di grande rilevanza in Campania. Le cassette della frutta, una volta dismesse per usura, diventano rifiuto plastico. Solitamente sono realizzate in polipropilene e quindi adatte all’ottenimento di materie prime seconde in forma di granuli o film.

Una libreria, molto punti di vista

Nome: Totem

Materiale: legno tulipier e paglia di Vienna

Il nome Totem è un esplicito rimando ad un oggetto di culto, da tramandare nelle generazioni, come la cultura, qui rappresentata dai libri e dagli altri oggetti che possono essere contenuti.

Architettura di seta

Nome: Angel

Materiale: ottone, marmo, tessuti e passamanerie in seta

Un accessorio sobrio ed elegante destinato al mondo femminile, un angelo che avvolge con le sue ali una raffinata presenza.